Convegno GIFTS
AG – About Gender e GIFTS
CONGRESSO
Università degli Studi di Genova
Scuola di Scienze sociali
9-10-11 febbraio 2023
IL FUTURO IMPREVISTO
Genere, sessualità, politiche. Prospettive storiche e sguardi critici sul presente
Dieci anni fa nasceva la rivista AG - About Gender, con il proposito di colmare una lacuna nel panorama accademico italiano, dove ancora oggi gli studi di genere stentano, come noto, a trovare riconoscimento.
Questi studi rappresentavano a quel tempo una periferia nella quale molte studiose - prevalentemente cisgender - spesso lavoravano in solitudine e in un clima che, con il senno di poi, potremmo definire di “serena indifferenza”. A parte alcune occasioni di riflessione non accademica promosse dalle rappresentanti delle pari opportunità diffuse sul territorio nazionale, gli studi di genere erano poco conosciuti, spesso riduttivamente associati ai women studies… e non sembravano rappresentare una minaccia.
Nel giro di pochi anni si sono moltiplicati i lavori e le ricerche, ma i temi della sessualità, dell’eteronormatività e delle identità di genere continuano a rimanere marginali, con conseguenti ripercussioni negative sulle possibilità di carriera.
Proprio per resistere a questo clima tendente alla marginalizzazione degli studi di genere e femministi è nata nel 2018 la Rete GIFTS – Rete di studi di Genere, Intersex, Femministi, Transfemministi e sulla Sessualità - di cui AG è componente attiva fin dal primo incontro presso l’Università di Verona.
In questo congresso ci proponiamo di riflettere, da diverse prospettive e in un’ottica interdisciplinare, sui cambiamenti di scenario che hanno caratterizzato quest’ultimo decennio, portando a una maggiore visibilità gli studi di genere, in una cornice storica complessa caratterizzata da conflitti (sovranismi, neoliberismo, guerre, crisi climatica, omo e femonazionalismi, crisi pandemica, e così via), ma anche dall’affermarsi di nuovi movimenti e dall’emergere di nuove soggettività.
In particolare, vorremmo sollecitare l’attenzione sui molteplici modi in cui il genere viene utilizzato nelle “politiche”, intese sia come interventi di governance, sia come pratiche discorsive. Il genere, infatti, viene impiegato ora come dispositivo di inclusione e di critica dei rapporti di forza, ora come strumento che produce dominio, esclusione ed/o è solidale alle retoriche neoliberiste, ora, ancora, come “nemico da combattere”.
CALL PER BREVI INTERVENTI PROGRAMMATI
Il congresso, che si terrà in presenza presso l’Università di Genova e avrà inizio giovedì 9 febbraio 2023 alle 15 per concludersi sabato 11 febbraio con l’assemblea di GIFTS (dalle 9.30 alle 13), si articola in tre sessioni non parallele pensate come contesti di riflessione collettiva e confronto in un’ottica interdisciplinare. Ogni sessione prevede la presentazione di due o tre relazioni principali, a cui seguirà il dibattito con brevi interventi programmati (max. 7 minuti), che verranno selezionati mediante questa call.
Per partecipare alla call, dedicata anzitutto a chi aderisce alla rete GIFTS, occorre compilare il google form entro e non oltre il 16 dicembre 2022.
https://forms.gle/pgVe8JP7BRHL7swN7
L’abstract dei brevi interventi programmati non potrà superare il limite di 300 parole. L’accettazione delle proposte pervenute verrà comunicata entro il 31 dicembre 2022.
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Giovedì 9 febbraio 2023, ore 15-18.30
Sessione 1 - Genere, salute e pandemie
La condizione pandemica ha svelato le componenti di merito e delega che intervengono nella relazione tra individui e salute, completando un progetto di governamentalità centrato sulla valutazione dei corretti stili di vita come indicatore di buona cittadinanza. Il paradigma del social investment state sposta la cura da fatto sociale a responsabilità individuale, delegando in particolare le donne al ruolo di guardiane della salute familiare e del benessere dei suoi componenti. Questo tipo di narrazione si è resa esplicita persino nelle campagne di sensibilizzazione che, prima di essere rettificate, disegnavano le funzioni produttiva e riproduttiva come una ‘naturale’ divisione dei ruoli familiari. Come nella nota vignetta diffusa a inizio pandemia, l’uomo lavora al pc mentre la donna culla i figli. Nonostante i tentativi retorici di riequilibrare la rappresentazione stereotipata veicolata dalla vignetta, quell'immagine mostrava perfettamente quello che i dati hanno poi confermato: il lavoro riproduttivo è stato a carico soprattutto del genere femminile, che ha di conseguenza perso quote di produttività e competitività sul mercato del lavoro, nonché di benessere e salute. Le donne, infatti, sono state più esposte alla malattia per i ruoli di caregiver che ricoprono tradizionalmente in contesti formali e informali.
La cura, dunque, resta un fatto privato a carico delle donne e la responsabilità della salute un loro dovere.
Del resto, il binomio tra responsabilizzazione e colpevolizzazione è un dispositivo ricorrente nella storia della relazione tra genere e pandemie, come evidente in merito al panico morale prodottosi nella prima ondata di diffusione dell’HIV e, più recentemente, del cosiddetto “vaiolo delle scimmie”. Condotte e stili di vita, orientamento e morale sessuale sono ingredienti fondamentali dei repertori discorsivi che costruiscono la narrazione dominante attorno alla salute.
Sono particolarmente benvenuti interventi interdisciplinari che affrontino i seguenti temi in una prospettiva di genere:
1. Malattia, stigma e identità sessuali
2. Salute come merito, welfare e cittadinanza
3. Strategie di caregiving tra privatizzazione e memorie del welfare
4. Disabilità, malattie croniche in una prospettiva di genere intersezionale
5. Povertà, disuguaglianze di classe/background migratorio
6. Pandemia, malattia e genere in una prospettiva generazionale
7. Salute e malattia come fatti culturali
8. Barriere eteronormative e binarie nell’accesso ai servizi per la salute
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Venerdì 10 febbraio 2023, 9.30-13
Sessione 2 - Genere, guerra, violenza
La recente guerra in Ucraina ha contribuito a rifocalizzare l’attenzione sulla violenza bellica e sulle sue molteplici forme di espressione, evidenziando ancora una volta come il genere ne faccia strutturalmente parte: si pensi, ad esempio, all’arruolamento obbligatorio maschile, ai rischi per chi fugge dai contesti di guerra, oppure al ricorso agli stupri di massa come arma ̶ ora formalmente riconosciuti come crimine di guerra, ma da sempre ampiamente praticati. Tutto ciò avviene in un contesto in cui le guerre vengono rappresentate in modo asettico e strategico, affidate all’uso di tecnologie sofisticate come se queste non coinvolgessero più i corpi.
Il panel si propone di stimolare la discussione e il confronto non solo sulle forme delle violenze perpetrate, a diverse latitudini del mondo, mediante l’uso delle armi in scenari di guerra, ma in termini più ampi sulle molteplici dinamiche del conflitto in relazione al genere e alla differenza. La dimensione conflittuale, come noto, pervade ogni ambito della nostra organizzazione sociale – dalle relazioni familiari ai processi (ri)produttivi, passando dal mercato del lavoro. La si trova anche all’origine di molti processi migratori che vedono le persone coinvolte in ulteriori esperienze di violenza – spesso donne, bambini soli o vittime di persecuzioni a motivo del loro orientamento sessuale o identità di genere –, sia nei paesi in transito e durante il viaggio (la “guerra” nel Mediterraneo), sia nei paesi di c.d. accoglienza.
Talvolta favorite dagli stessi meccanismi istituzionali che dovrebbero provvedere a fornire alle/ai migranti protezione e garanzie, tali esperienze di violenza e sfruttamento sono anch’esse declinate secondo un ordine patriarcale che gerarchizza le soggettività in base alla classe e alla ricchezza, al sesso, all’età, al colore della pelle, alla cittadinanza, all’orientamento sessuale e all’identità di genere. In quest’ottica, confini e frontiere diventano espressione della violenza coloniale che oggi trova manifestazione in molteplici e inedite declinazioni. Il panel intende approfondire queste forme di violenza, privilegiando punti di vista interdisciplinari e attenti alla dimensione intersezionale. Pur con la consapevolezza che il tema del genere legato a guerra e violenza è più ampio ed evidenzia articolazioni più complesse di quelle fin qui descritte, questo panel intende rivolgere l’attenzione alle due macroaree di riflessione: violenza di genere nei contesti di guerra e violenza di genere nei processi migratori, spesso generati da situazioni di conflitto e persecuzione.
Sono particolarmente benvenuti interventi interdisciplinari che affrontino i seguenti temi in una prospettiva di genere:
1. Patriarcato, maschilità e violenza
2. Conflitto, subordinazione, vulnerabilità, dominio
3. Guerra/e
4. Sovranismi
5. Violenza istituzionale e violenza attraverso le norme
6. Migrazione, violenza e discriminazione
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Venerdì 10 febbraio, ore 15-18.30
Sessione 3 - Femminismi, movimenti LGBTQ+ e nuovi regimi di visibilità
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a una riconfigurazione degli assetti di visibilità e di potere sulle assi del genere e della sessualità. A partire dal movimento internazionale Non Una di Meno, le istanze e i movimenti femministi hanno guadagnato sempre più spazio nel discorso pubblico – on e off line – garantendo una circolazione senza precedenti di parole d’ordine e di immaginari che sfidano la società patriarcale; allo stesso tempo, i movimenti LGBTQ+ stanno mettendo in radicale discussione il paradigma eteronomativo e la struttura binaria della società, e così facendo aprono spazi di visibilità pubblica a relazioni, genitorialità e identità inaspettate. Questi nuovi regimi di visibilità, tuttavia, convivono con una strutturale mancanza di diritti civili (un esempio fra tutti: la mancata approvazione del Ddl Zan), con la progressiva erosione di diritti acquisiti (come quello all’interruzione volontaria di gravidanza) e con la speculare visibilità e presa di parola pubblica di una compagine ‘anti-gender’.
Sono particolarmente benvenuti interventi interdisciplinari che affrontino i seguenti temi:
1. Nuovi femminismi
2. Non binarismo e le sue sfide
3. Regimi di visibilità e diseguaglianze all’interno del mondo LGBTQ+
4. Vecchi e nuovi diritti e destre neocattoliche
5. Tensioni dentro e fuori i movimenti