Presentazione
Chi, come me, ha avuto il privilegio di essere stata allieva di Hélène, e chi le è stato vicino nel lavoro e nello studio, ha ben presente il guizzo di intelligenza che illumina il suo sguardo di fronte ad ogni nuova sfida intellettuale.
Scegliendo il tema della rappresentazione dell’ironia e dell’umorismo come oggetto dei nostri bouquets noi ci auguriamo proprio di accendere in lei questa luce.
L’argomento, assai complesso e suscettibile di essere trattato sotto diverse angolazioni, ci è parso infatti particolarmente adatto a celebrare tanto le qualità scientifiche e professionali di Hélène che le sue doti umane.
Per la sua trasversalità nel tempo, nelle forme e nelle tipologie e per l’attenzione sempre rinnovata che suscita, questo tema costituisce una frontiera mai sufficientemente esplorata che avrebbe sicuramente stimolato Hélène. Di lei come studiosa e docente tutti abbiamo apprezzato infatti la viva curiosità e la vastità delle conoscenze e degli orizzonti culturali, qualità che le hanno permesso di scoprire territori sempre nuovi del suo ambito di ricerca e che le hanno consentito di conservare e trasmettere ai numerosi allievi e allieve una scintilla di passione per il sapere mantenutasi negli anni straordinariamente intatta e autentica.
La lingua, da sempre al centro degli interessi di Hélène, costituisce d’altronde il fattore che maggiormente viene esaltato nel fenomeno umoristico, come dimostra bene questa raccolta. Utilizzata a scopi comici e ironici, la lingua tende ad esprimere le sue potenzialità più nascoste e imprevedibili, giocando sulle sonorità e sulle sfumature di senso, moltiplicando labirinti dell’implicito e circuiti dell’interdiscorso e mettendo in tensione snodi strategici, come l’articolazione tra semiosi verbale ed extra-verbale o quella, più generale, tra rappresentazione linguistica e universo extra-linguistico.
Variabili secondo epoche e ambienti culturali, l’ironia e l’umorismo interrogano e sollecitano inoltre in modo cruciale la dimensione sociale del linguaggio, la sua attitudine ad essere patrimonio collettivo perennemente in bilico tra condivisione ed esclusione, tra apparenza d’innocenza e tessuto sottile di costumi e ideologie.
Per diversi aspetti il tema incontra quindi il nucleo fondamentale degli interessi scientifici di Hélène, che ha illustrato nei suoi numerosi studi, con così acuta finezza, le infinite risorse della lingua in tipi testuali di natura diversa e che ha rivolto un’attenzione particolare a fenomeni linguistici di tipo sociale. Nella sua produzione scientifica ricordiamo in particolare gli studi dedicati alle figure retoriche e stilistiche nel testo letterario, soprattutto nell’opera di Jules Vallès, le riflessioni sull’immaginario linguistico ottocentesco (Balzac, Léon Bollack), i diversi saggi incentrati sull’analisi contrastiva di locuzioni figurate e altre costanti espressive tra lingua francese e lingua italiana e infine le suggestive ricerche condotte sui dizionari, prevalentemente del Seicento, alla scoperta di fenomeni di sedimentazione linguistica e socio-ideologica, come la rappresentazione lessicografica dell’alterità e l’etnotipia.
Come dicevamo poc’anzi tuttavia il tema ci è parso adatto a Hélène anche per le sue doti umane. Chi è stato al suo fianco negli anni ha potuto apprezzare il buon carattere di Hélène, la sua capacità di mediare con tatto e discrezione, di ricomporre eventuali contrasti usando spesso l’efficacia di una battuta e di un sorriso per ridimensionare e sdrammatizzare le tensioni. E’ questa una manifestazione di una sua dote più generale che è la generosità, l’apertura verso gli altri, la rara capacità di comprensione profonda delle istanze altrui. L’alto numero di allievi e allieve che hanno contribuito a questa raccolta sono la prova migliore di questo tratto umano oltre che professionale di Hélène, che ha sempre elargito a tutti, senza risparmiarsi, grani preziosi del suo sapere e della sua esperienza, con grande intelligenza delle cose di scienza come delle cose di vita.
Ma vi è un’altra qualità di Hélène che ci piace ricordare e che è anch’essa in qualche modo in relazione con il tema degli studi qui riuniti: si tratta della leggerezza. Hélène è un prezioso connubio di serietà, fatta di scrupolo, metodo e rigore, e di leggerezza, intesa come la capacità di sottrarsi al peso, alla zavorra che diventa la vita quando è affrontata con accigliata seriosità e senza il refolo salvifico di un po’ d’ironia.
Con questa serena leggerezza Hélène ha affrontato la vita accademica, mantenendosi scevra da vanità e settarismi e custodendo il segreto di saper planare al di sopra dei giochi delle parti e dei poteri che spesso soffocano le nostre esistenze. Una capacità estremamente rara, tanto più se si considera che la vita universitaria di Hélène è stata lunga e faticosa: svolta prevalentemente a Genova, essa ha toccato anche Pisa e Torino (le tre sedi da cui provengono i membri del Comitato Scientifico di questa raccolta) e ha contemplato inoltre un’intensissima collaborazione con l’Università di Brescia nel dottorato di ricerca in Linguistica Francese.
L’ampia risposta che ha ottenuto il nostro invito a contribuire a questi Mélanges è comunque la conferma più evidente di quanto Hélène sia stata apprezzata e amata nei diversi ambienti professionali attraversati e di come il tema scelto abbia saputo suscitare echi molteplici.
I Bouquets che offriamo a Hélène si pongono infatti all’insegna della varietà: essi comprendono studi che riguardano la lingua e la letteratura francese ma accolgono anche tributi di studiosi che hanno voluto manifestarle il loro affetto pur collocandosi al di fuori dei due raggruppamenti principali.
Se la fantasmagoria degli effetti linguistici (giochi, sottintesi, quiproquo) è al centro di tutti i contributi, la diversità caratterizza la raccolta per gli approcci metodologici adottati, in funzione di intenti più teorici o più descrittivi e in funzione della tipologia dei corpora esaminati.
Un primo gruppo di articoli (“Le rire en lexicographie: parcours dictionnairiques”) si impegna a rintracciare la presenza dell’umorismo e dell’ironia nella repertoriazione lessicografica, terreno d’elezione degli studi di Hélène. Varie tipologie di dizionari sono quindi interrogati, dai grandi dizionari della tradizione ai monolingue contemporanei fino ai dizionari specialistici (dizionari per l’infanzia, repertori della francofonia, dizionari di proverbi e locuzioni), per scoprire i riferimenti al riso nella micro e nella macrostruttura dizionaristica, al livello definizionale e denotativo o a quello, più nascosto e sottile, della connotazione.
Un altro insieme di contributi (“Le Rire dans tous ses états: approches théoriques et pragmatiques”) ha invece un intento più teorico e generalista, finalizzato ad indagare lo statuto retorico dell’ironia e le condizioni pragmatiche dell’esistenza del risibile nella lingua. La comicità verbale viene qui colta e analizzata nel suo realizzarsi estemporaneo e nei suoi esiti più o meno felici e consapevoli, tanto nel linguaggio ordinario (uso comune o uso ludico), che nella prassi delle principali professioni linguistiche, quali la glottodidattica, l’interpretariato e il doppiaggio.
E’ tuttavia il variegato universo delle rappresentazioni testuali che raccoglie il numero più elevato di contributi, spaziando dalla realtà estremamente eterogenea dei testi della comunicazione mediatica fino alle più suggestive realizzazioni della tradizione letteraria.
Tipi diversissimi di corpora, tratti dal vasto mondo dei media (“Le rire dans les médias: analyses de la communication”), sono così oggetto di fine indagine, da quelli prevalentemente verbali (riviste, giornali, letteratura commerciale) a quelli verbo-iconici (fumetti, pubblicità, stampa umoristica). Documenti eccezionali per studiare la mentalità e la doxa che li ha generati, queste tipologie testuali presentano in modo peculiare problemi metodologici di interpretazione e di descrizione, legati all’esistenza effimera e fragile della loro comicità, che tende inevitabilmente a sgretolarsi e a dissolversi al momento dell’analisi. Ciò malgrado, questo genere di studi è presente in misura rilevante nella raccolta e offre spesso allo sguardo divertito del lettore anche la testimonianza dell’immagine.
Un folto gruppo di articoli prende poi ad oggetto il testo letterario (“Rire et littérature: parcours de lecture”). Tralasciando il “comico di situazione” e scegliendo nel vastissimo ambito della letteratura comica i casi che meglio si prestano a far emergere la fantasia e la comicità della creazione verbale, gli studi di questa sezione s’interrogano sul complesso problema della specificità della scrittura umoristica e ironista nei differenti generi. L’attenzione si concentra quindi sulla minuziosa descrizione, in modo forse prevalente nel teatro, di sottili fenomeni di intertestualità e parodia, sede della più autentica celebrazione della bellezza e dell’infinita ricchezza al contempo della lingua e della letteratura.
La varietà riguarda infine le lingue rappresentate nella miscellanea. Se la lingua francese risulta ovviamente privilegiata, sia come oggetto che come strumento di studio, alcuni autori hanno scelto di esprimersi anche in lingua italiana o hanno fatto dell’italiano l’oggetto della loro riflessione. Ai pochi che hanno fatto questa scelta abbiamo voluto aggiungerci con le nostre brevi parole di presentazione, per ricordare che la lingua italiana, parlata da Hélène con ammirevole e raffinata maestria, è all’origine della sua formazione linguistica (l’agrégation d’italien fu il suo primo titolo accademico importante).
I nostri Bouquets sono quindi, a vario titolo, davvero ricchi in colori e profumi.
Nel ringraziare tutti coloro che hanno aderito alla nostra iniziativa non ci resta, in conclusione, che invitare coloro che avrebbero voluto partecipare e che non hanno finora potuto farlo, a raggiungerci in futuro, viste le possibilità di apertura offerte da questo spazio telematico che Hélène ha contribuito a far nascere.
E di questa, come di tante altre cose che non è stato possibile ricordare qui, le siamo tutti affettuosamente grati.