Publifarum n° 13 - Variations autour d'Agota Kristof

Premessa: Il silenzio della dama del lago

Rosanna GORRIS CAMOS


In questo nuovo numero di Publif@rum vengono raccolti gli Atti della Giornata Agota Kristof,organizzata dal Dipartimento di Romanistica dell’Università di Verona, il 24 maggio 2005, che ha riunito alcuni giovani studiosi di varie università italiane che hanno dedicato le loro prime ricerche all’affascinante figura della scrittrice ungherese, Agota Kristof. Riccardo Benedettini (che ha curato la bibliografia che conclude il volume), Emanuela Cavicchi ed Elisabetta Longoni hanno infatti dedicato le loro Tesi di laurea al romanzo e al teatro di Kristof ; Mariangela Cascavilla ha invece dedicato a Kristof e, in particolare, alla Trilogia la sua Tesi di Dottorato1.

I saggi della prima parte del volume si soffermano su alcuni aspetti importanti dell’opera kristoffiana : dall’estetica del frammento autobiografico, affrontata da Rosanna Gorris Camos nel saggio introduttivo,“C’est égal”: fragments d’une identité éclatée, les dernières œuvres d’Agota Kristof che analizza le ultime pubblicazioni L’analphabète. Récit autobiographique2 e C’est égal3 agli elementi del mostruoso, studiati con finezza da Riccardo Benedettini in La « trilogia » di Agota Kristof e gli elementi del mostruoso. Mariangela Cascavillain Agota Kristof e il segreto della scrittura analizza con precisione i complessi meccanismi strutturali della Trilogia per svelare il “segreto della scrittura” della “burattinaia Kristof” che, in un sapientissimo gioco di specchi e di rinvii intertestuali, da un libro all’altro, “brouille les pistes” e mette in scena i meandri della finzione letteraria. Elisabetta Longoni si sofferma invece sulle Mises en scène du théâtre d’Agota Kristof, precedentemente e più ampiamente studiate nella sua Tesi 4.

Agli studi su Kristof si aggiungono alcune riflessioni su autori “venus d’ailleurs” che hanno adottato, come la “dame du lac”, la lingua francese per scrivere la notte dell’esilio, per filtrare il dolore della “rupture identitaire”. Emanuela Cavicchi che, per prima in Italia, ha consacrato la sua Tesi di Dottorato a Jorge Semprun e alcuni suoi studi agli scrittori della diaspora5, analizza nel suo saggio Quelle voix/voie pour raconter des expériences-limite ? Quelques réflexions autour de Jorge Semprún, Elie Wiesel, Michel del Castillo et Agota Kristof, oltre alla Kristof, l’esperienza narrativa di Jorge Semprún, di Elie Wiesel e di Michel del Castillo, autori il cui tormentato percorso esistenziale, segnato dall’esperienza concentrazionaria e dall’esilio o dall’erranza, è reso comune da una scelta linguistica, quella di scrivere in francese : “Nous sommes les enfants d’une langue, scrive del Castillo, c’est cette identité que je revendique. J’écris pour convaincre les mots de m’adopter.” 

Tutti, come Agota, sono « creature dell’esilio », come lo sono Milan Kundera, Vassilis Alexakis, Andreï Makine, Romain Gary, Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Émile Cioran e tanti altri, tra i quali il rumeno Panaït Istrati su cui si sofferma, in questa raccolta, Giampaolo Caliari nel suo bel saggio : Il realismo descrittivo nella rappresentazione spaziale della Romania rurale e marginale: il ciclo di Adrien Zograffi di Panaït Istrati. Tuttihanno attraversato una frontiera, materiale o invisibile, che ritorna come un refrain, per separare un presente doloroso e segnato dall’alienazione da un Hier “quand tout était plus beau”.

Tutti hanno lasciato un ailleurs e un autrefois, per giungere nel terreno d’ombra dell’estraneità6.

Tutti sondano attraverso i loro doubles, le loro proiezioni, i loro personaggi-scrittori, le diverse facettes dell’esilio, in romanzi in cui tutti scrivono per dimenticare il dolore, per esorcizzare il Male, quel Male radicale che ha segnato la Storia e la loro storia in una dialettica inesorabile da cui non c’è via d’uscita, se non la morte o la scrittura7.

L’opera di Kristof non fa eccezione, la sua è un’opera del passaggio da una frontiera all’altra, dove il confine tra il bene e il male, tra il lecito e l’illecito, tra la normalità e la perversione, si sfuma. La sua è un’opera dell’esilio in se stessi e nell’ailleurs più alienante e distruttivo, un’opera violenta, senza pietà, crudele, ma venata da un sorriso ironico e da una profonda malinconia. Ė l’opera, dice lei stessa, di una analfabeta che si annulla, che azzera la sua esperienza in una lingua altra che non le appartiene, ma che vuole conquistare, come una vetta, in una sfida lanciata come un sasso a se stessa e agli altri:

Je sais que je n’écrirai jamais le français comme l’écrivent les écrivains français de naissance, mais je l’écrirai comme je le peux, du mieux que je le peux.

Cette langue je ne l’ai pas choisie. Elle m’a été imposée par le sort, par le hasard, par les circonstances. Écrire en français, j’y suis obligée. C’est un défi.

Le défi d’une analphabète8.

Un’esperienza di double bind, la sua, filtrata con lucida pazienza in libri e in frammenti brevi, ma che tagliano come coltelli affilati, un’esperienza di “rupture identitaire” evocata senza fronzoli in una scrittura limpida come cristallo. Un’opera inquietante, come il silenzio che da qualche anno l’accompagna.
Perché tace “la dame du lac” ? Forse il dolore non ha voce o, forse, più semplicemente, il suo défi lei lo ha già vinto.

Kristof 3

Note

↑ 1 M. Cascavilla, Agota Kristof e il segreto della scrittura, a.a. 2002-2006 (Dottorato di Ricerca in Francesistica, Università degli Studi di Bari ).

↑ 2 Genève, Zoé, 2004.

↑ 3 Paris, Le Seuil, 2005.

↑ 4 E. Longoni, Le Opere di Agota Kristof interpretate nel teatro da vari registi europei : messe in scena e adattamenti, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Milano, a.a. 2003-2004. Il teatro di Agota Kristof è stato pubblicato in Le Monstre et autres pièces, Paris, Le Seuil, 2007.

↑ 5 E. Cavicchi, “Suffisamment d’artifice pour que ça devienne de l’art” : Jorge Semprun, la Riscrittura della vita, a.a. 2004-2005 (Dottorato in Francesistica, Università degli Studi di Milano).

↑ 6 Cf. il bel volume dedicato alla tematica dell’ «L’estranéité», curato da M. Majorano e pubblicato in Studi di Letteratura Francese, n.4, 1999, pp. 97-115.

↑ 7 Cf. il nostro « Da Sefarad a Zarphath : i fantasmi dell’esilio, da Primo Levi ad Agota Kristof », in P. Momigliano Levi e R. Gorris (a cura di), Primo Levi testimone e scrittore di storia, Atti delconvegno « Giornate di studio in ricordo di Primo Levi », svoltosi a Saint-Vincent –Aosta- il 15-16 ottobre 1997, Firenze, La Giuntina, 1999, p. 79-88

↑ 8 A. Kristof, L’analphabète, op. cit, p. 54.

 

Dipartimento di Lingue e Culture Moderne - Università di Genova
Open Access Journal - ISSN 1824-7482