Terminologia, traduzione e comunicazione specialistica, diffusione delle conoscenze: le attività dell’Associazione Italiana per la Terminologia
Indice
1. La ricchezza storica della terminologia nella comunicazione specialistica
Abstract
Italiano | IngleseI saperi trovano nella terminologia la via che consente di penetrare nelle diverse conoscenze e nelle tecniche rare e più note delle scienze, delle arti e delle professioni. Il contributo analizza dapprima l’importanza dell’approccio diacronico agli studi terminologici, grazie al quali è possibile ricomporre i percorsi storici dei termini e delle concettualità veicolate nel tempo. In seguito passa in rassegna le ampie attività sviluppate in seno all’Associazione Italiana per la Terminologia, che dal 1991 opera attraverso giornate di studio, seminari e congressi, documentati nelle sue pubblicazioni e nelle opere dei numerosi studiosi che vi aderiscono. Viene rilevato il ruolo della terminologia come bene comune, patrimonio di tutti, cui si attinge nella vita quotidiana e nelle più diverse realtà dei mestieri e delle professioni, che costituisce un fattore di sviluppo e di trasmissione dei saperi, intrecciando profondi rapporti con le dinamiche dello sviluppo sociale ed economico.
I saperi trovano nella terminologia la via che consente di penetrare nelle diverse conoscenze e nelle tecniche rare e più note delle scienze, delle arti e delle professioni: dalla scoperta di percorsi mai praticati, all’approfondimento di concetti familiari e prossimi, le necessità più varie portano a frequentare termini semplici, complessi, ostici o trasparenti. Adamo (2008) definisce così il ruolo della terminologia:
[La terminologia] si propone di esaminare e descrivere la struttura e l’organizzazione delle unità di conoscenza elaborate all’interno dei diversi settori del sapere specialistico: da quelli che, per il rigore metodologico e l’ambito di interesse più nettamente circoscritto, hanno raggiunto un livello di codificazione tradizionalmente consolidato e molto evoluto, come avviene nel caso delle scienze, a quelli delle tecnologie, delle arti e delle tecniche, ai settori di attività professionale, artigianale e pratica.
La storia di una lingua registra tutte queste conoscenze e, grazie a lessici e glossari, a dizionari ed enciclopedie, a opere di divulgazione, fa tesoro della grande ricchezza terminologica che si è via via composta e depositata nel patrimonio di una lingua e di una cultura, fra novità e variazioni diafasiche, diastratiche, diatopiche. La terminologia costituisce un fattore di sviluppo e di trasmissione dei saperi, e intreccia profondi rapporti con le dinamiche dello sviluppo sociale ed economico.
1. La ricchezza storica della terminologia nella comunicazione specialistica
La terminologia apre l’accesso all’insieme dei domini, consente la correttezza concettuale e l’adeguatezza espressiva nella comunicazione tecnica e scientifica, aiuta alla chiarezza della denominazione di oggetti, operazioni e processi. Documenta lo sviluppo tecnico e scientifico, testimonia sia la continuità referenziale, sia ogni nuovo fermento e ogni nuovo esito concettuale fissandone la denominazione. Si caratterizza per identificare campi della conoscenza cui attingono fruitori diversi: specialisti, esperti, divulgatori, traduttori, giornalisti scientifici, redattori tecnici, tutte le categorie professionali così come il semplice cittadino. Ogni mestiere e ogni professione in qualsiasi àmbito trasmettono il patrimonio cognitivo attraverso la propria terminologia e ne proseguono l’arricchimento, attraverso neologismi di vario tipo (prestiti, calchi, processi derivativi e di rideterminazione semantica, ecc.). Si potrebbe misurare un rapporto biunivoco fra il grado di efficacia comunicativa e l’uso corretto della terminologia.
L’elaborazione di forme linguistiche necessarie per esprimere concetti è pratica antica quanto l’homo sapiens socializzato e dotato di un linguaggio vocale articolato. Con la scrittura iniziano le terminologie – Emile Benveniste (1969) osservava nel Vocabulaire des institutions indo-européennes il linguaggio dei riti e delle istituzioni –, la codifica o la messa in codice dell’espressione linguistica di nozioni, concetti e pratiche che costituiscono l’insieme dei saperi. Rey (2014: 9) le definisce zone « porose », in cui scienza e tecnica, economia e lavoro, mestieri e professioni giungono a impossessarsi dei nuovi nuclei concettuali, li denominano, li divulgano. Si giunge così a produrre lo sviluppo di attività di metaterminologia, attività concettuali e designative intorno alla conoscenza della natura e delle tecniche.
Il ruolo della terminologia è stato fondamentale nello scenario culturale europeo della costruzione dei saperi e della trasmissione della conoscenza, che fin dal XVIII secolo ha caratterizzato le modalità di analisi e descrizione delle terminologie specialistiche: l’attenzione alla denominazione (censimento e analisi), la standardizzazione dei termini tecnici e scientifici (lessici, glossari ed enciclopedie), il controllo della loro diffusione per un migliore trasferimento delle conoscenze e per la loro diffusione internazionale (ZANOLA, 2015). Vengono distinti bisogni terminologici diversi che vanno dallo specialista all’utente comune e si argomenta la necessità di un metodo attraverso il quale poter seguire la designazione e la denominazione di ogni referente considerato nella disciplina. Ordine e chiarezza nella descrizione delle nozioni hanno così portato alla possibilità di linguaggi universalmente conosciuti. Si stabiliscono nel XVIII secolo i principi teorici e descrittivi della terminologia, che si caratterizzano per tre aspetti :
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lo studio della denominazione dei concetti e delle nozioni dei settori analizzati;
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l’analisi delle pratiche nel loro funzionamento sociale;
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la normalizzazione del materiale terminologico.
Questa riflessione sistematizzata si produce in ragione dell’evoluzione e della crescita tecnica e scientifica delle arti e dei mestieri: grazie alla preoccupazione di descrivere i saperi e il saper-fare degli artigiani e delle manifatture e per migliorare le tecniche si produce in quel secolo attività terminologica febbrile.
Gli innovatori scientifici sono gli artefici della creazione terminologica: la creazione del vocabolario specialistico diviene mezzo di trasferimento tecnologico. Si pone rilevanza quindi non solo all’atto denominativo del termine rispetto al concetto, ma quello alla definizione legata al termine stesso: la definizione aiuta a reperire ed esplicitare i concetti denominati in un determinato codice, e fissa questa corrispondenza fra termine e concetto.
Nel corso del XX secolo la terminologia ha potuto costituirsi come disciplina, e aprire uno scenario internazionale di riflessioni metodologiche che hanno saputo coniugare teorie e prassi (per citarne solo alcuni WUSTER, 1976; SAGER, 1990; CABRÉ, 1999).
La terminologia può essere puramente onomasiologica e incaricata della standardizzazione dei linguaggi specialistici, e in tal senso numerosi studi si sono sviluppati nel secolo scorso; ma altrettanto, può andare in un’altra fruttuosa direzione, quella semasiologica, basata sull’osservazione e sulla descrizione di testi e discorsi specialistici, in cui il termine può essere anche polisemico, avere sinonimi e un senso influenzato dal contesto. Thoiron e Béjoint (2010: 114) rivendicano la complementarietà delle due tendenze, anche in vista della costruzione di strumenti e del loro interesse dal punto di vista linguistico e sociale.
Su questo sfondo teorico si muovono le azioni che l’Associazione Italiana per la Terminologia ha intrapreso e seguito fin dalle sue origini.
2. L’Ass.I.Term: natura e caratteri dell’Associazione
L’idea di dedicare un’associazione alla terminologia si diffonde fra Francia e Italia agli inizi del 1990, iniziano le prime riunioni nelle quali si dà forma alle indicazioni statutarie e alle linee di azione da intraprendere. A seguito dell’“Incontro per la creazione di un’associazione di informazione sulla terminologia in Italia”, che ebbe luogo a Roma sotto l’egida dell’Unione Latina nell’Aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio il 24 giugno 1991 (ringraziamo Giovanni Adamo per queste preziose indicazioni), un gruppo di studiosi, ricercatori, traduttori e documentalisti diede vita a un’associazione di carattere scientifico e senza fine di lucro, l’Associazione Italiana per la Terminologia (Ass.I.Term). Le istanze, i suggerimenti e le prospettive emersi dal dibattito di quegli scambi e discussioni, approfondite in un successivo convegno svoltosi il 22 novembre dello stesso anno a Palazzo Barberini, motivano la costituzione di una sede istituzionale di riferimento e di raccordo di competenze scientifiche e professionali, che trovino opportuni e corretti canali di comunicazione e divulgazione.
Giovanni Nencioni, allora Presidente dell’Accademia della Crusca, primo presidente dell’Ass.I.Term (ADAMO e DELLA VALLE, 2002; GUALDO, 2009) auspicava che l'Associazione fosse un luogo di discussione per le dinamiche di una politica linguistica attenta all’evoluzione del suo lessico, e non mancava di esprimere questi propositi nei suoi scritti (si veda in particolare NENCIONI, 1987).
L’art. 3 dello statuto dell’Ass.I.Term descrive le finalità e gli ambiti di azione che l'Associazione si propone (http://www.assiterm91.it/chisiamo/lo-statuto/):
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promuovere l’informazione scientifica e tecnica in lingua italiana mediante la valorizzazione della terminologia dei linguaggi speciali o settoriali;
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favorire le relazioni scientifiche e professionali tra gli operatori del settore terminologico che utilizzano la lingua italiana, anche mediante la partecipazione, il patrocinio o l’organizzazione di giornate di studio, riunioni di lavoro, congressi, in Italia o all’estero;
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promuovere l’arricchimento della terminologia scientifica e tecnica in lingua italiana e la raccolta di informazioni e conoscenze relative;
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promuovere la diffusione e il coordinamento delle attività nel settore della terminologia scientifica e tecnica;
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incoraggiare la formazione nel campo degli studi e delle professioni legate alla produzione e alla gestione della terminologia, anche con l’erogazione di sussidi o borse di studio;
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concorrere, con altre Istituzioni nazionali ed internazionali, al raggiungimento delle proprie finalità.
L’Ass.I.Term ha favorito sia i momenti di dibattito e scambio di carattere teorico – dedicando spazio di riflessione sui temi della denominazione e della concettualizzazione –, sia i momenti applicati, dedicati alle tipologie di trattamento terminologico e alle varietà dei prodotti monolingui e plurilingui per traduttori e specialisti. Ogni attività non può ignorare la teoria, così come ogni aspetto teorico deve tener conto di quanto avviene nella realtà dei domini specialistici. L’Associazione svolge quindi il ruolo di favorire le relazioni scientifiche e professionali tra specialisti e traduttori, di incoraggiare l’arricchimento della terminologia scientifica e tecnica in lingua italiana, di raccogliere e diffondere informazioni e conoscenze relative alla terminologia e alla formazione.
Fra le principali aree di studio ricordiamo la neologia (ADAMO e DELLA VALLE, 2003 e 2008), la documentazione (GUARASCI e FOLINO, 2013, GUARASCI e ROVELLA, 2016), la comunicazione istituzionale (VELLUTINO e ZANOLA, 2015); numerose sono le attività di consulenza terminologica in dimensione diacronica e sincronica per istituzioni e organizzazioni nazionali e internazionali, così come le attività di preparazione e analisi di prodotti terminologici, di trattamento dei corpora, di validazione della qualità dei dati, e in fine di formazione del traduttore e del terminologo.
L’Ass.I.Term si è impegnata in progetti nazionali e internazionali, giungendo a risultati significativi: ricordiamo la collaborazione con la Rete panlatina di terminologia Realiter per la realizzazione sia delle giornate scientifiche annuali, sia dei lessici plurilingui realizzati nell’ambito delle energie rinnovabili, del commercio elettronico, delle nanotecnologie, dell’influenza aviaria, della città intelligente, per citarne alcuni (si veda nel sito http://www.realiter.net/). È presente nella Rete REI (Rete per l’Eccellenza dell’Italiano Istituzionale, DGT, Commissione Europea) fin dal suo avvio nel novembre 2005 e collabora attivamente: un delegato è membro delle riunioni del comitato di coordinamento e alcuni soci partecipano alle iniziative del gruppo di lavoro di terminologia economico-finanziaria REI-ECO.
L’Ass.I.Term promuove un convegno annuale i cui risultati sono regolarmente giunti a pubblicazione. Citiamo i titoli dei convegni tenuti a partire dal 2010, i cui riferimenti sono disponibili nel sito dell’Associazione (http://www.assiterm91.it/):
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Terminologie specialistiche e prodotti terminologici, XX° convegno, Orvieto, 28 e 29 maggio 2010, in collaborazione con il corso di perfezionamento in “Terminologie specialistiche nei servizi linguistici e di traduzione” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e con la Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” (ZANOLA e BONADONNA, 2011);
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Terminologie e ontologie: definizioni e comunicazione fra norma e uso, XXI° convegno, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma, 26 maggio 2011; il giorno successivo si sono celebrati i vent’anni dell'Associazione, e in tale occasione sono state conferite le “Borse di studio Giovanni Nencioni” a tesi di laurea magistrale e dottorale in terminologia (COLLESI, SERPENTE e ZANOLA, 2014);
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Comunicare in Europa. Lessici istituzionali e terminologie specialistiche, XXII° convegno, Università degli Studi di Salerno, 25-26 maggio 2012 (VELLUTINO e ZANOLA, 2015);
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La terminologia nelle professioni, XXIII° convegno, Università La Sapienza, Roma, 24 maggio 2013;
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in collaborazione con l’Accademia della Crusca, la Rete panlatina di terminologia Realiter, l’Osservatorio di Terminologie e Politiche Linguistiche, Cibo e agricoltura: parole per denominare. La terminologia dell’agroalimentare, XXV° convegno, Università degli Studi di Cagliari, 23-24 maggio 2014 (CHESSA, DE GIOVANNI e ZANOLA, 2014);
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in collaborazione con l’Accademia della Crusca, la Rete panlatina di terminologia Realiter, l’Osservatorio di Terminologie e Politiche Linguistiche, Terminologie specialistiche e diffusione dei saperi, XXV° Convegno, Università degli Studi “Parthenope”, Napoli, 29-30 maggio 2015 (DIGLIO, GRIMALDI e ZANOLA, 2016);
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in collaborazione con la sezione Italia dell’International Society for Knowledge Organization (ISKO Italia) con il Laboratorio di Documentazione dell’Università della Calabria (LabDoc - UNICAL), Terminologia e organizzazione della conoscenza nella conservazione della memoria digitale, XXVI° convegno, Università della Calabria, Cosenza, 14-16 aprile 2016 (GUARASCI e ROVELLA, 2016).
I convegni annuali, le collaborazioni nazionali e internazionali, le pubblicazioni promosse costituiscono una rassegna di riferimento relativamente alle modalità di formazione in terminologia per i traduttori e i revisori di testi specialistici, alle relazioni fra terminologie specialistiche e tipologie testuali, al rapporto fra terminologia e documentazione, agli apporti di approcci ontologici, al dialogo fra terminologia e comunicazione istituzionale. Sono state affrontate tematiche relative a specifici domini, quale quello della terminologia dell’agroalimentare, e presa in considerazione la ricchezza culturale delle terminologie nella diffusione dei saperi. Ogni convegno presenta i più importanti riferimenti di studio e le esperienze più significative forniti da studiosi di diversi ambienti scientifici sul tema, in un dialogo fra studiosi di terminologia, divulgatori scientifici, giornalisti, professionisti, specialisti ed esperti di varie discipline.
3. Dal termine alla definizione, dal concetto alla denominazione: terminologia, traduzione e comunicazione specialistica
La ricchezza espressiva della terminologia apre anche ad attenzioni testuali precise: la terminologia vive in tipologie testuali di varia natura e contribuisce al processo del continuo arricchimento del patrimonio lessicale di una lingua. Ricordiamo recenti indagini sul ruolo e sulle diverse funzioni delle denominazioni di origine metaforica nelle terminologie specialistiche (ROSSI, 2015) e sulla formazione di nuove terminologie su base metaforica nei lessici specialistici.
Costituiscono riferimenti in Italia i contributi teorici e applicati di centri di ricerca specialmente dedicati agli studi terminologici (presso l’Università degli Studi di Genova, il Centro di Ricerca in Terminologia Multilingue - Ce.R.Te.M; presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, l’Osservatorio di Terminologie e Politiche Linguistiche – OTPL), di laboratori (il Laboratorio di Terminologia e Traduzione Assistita LabTerm dell’Università di Bologna, Dipartimento di Interpretazione e Traduzione, campus di Forlì), di centri che approfondiscono il rapporto fra terminologia e aspetti delle discipline (si veda il Laboratorio di Documentazione dell’Università della Calabria – Labdoc), e ancora di seminari e convegni dedicati alla terminologia da parte di dipartimenti universitari, di ricerche in questi ambiti sviluppate all’interno di scuole dottorali. L’Ass.I.Term ha altresì patrocinato iniziative di formazione alla terminologia per traduttori in numerose delle sedi citate, cogliendo le necessità sempre rinnovate di offrire percorsi di preparazione in linea con i bisogni della professione e del mercato del lavoro.
Ci siamo soffermati in altra sede sulla rilevanza della terminologia come bene comune, patrimonio di tutti, cui attingiamo nella vita quotidiana e nelle più diverse realtà dei mestieri e delle professioni (ZANOLA, 2010). La terminologia è strumento di garanzia e sicurezza per chi opera nei settori tecnici e scientifici; uniformare e standardizzare la terminologia consente di migliorare la comunicazione tra diversi livelli di comunicazione e di rendere omogenea la documentazione di riferimento e la sua comunicazione.
La preoccupazione dell’arricchimento terminologico porta immediatamente a pensare agli apporti in tal senso di altre lingue, e oggi in particolare a quelli della lingua inglese. Inutile ricordare il nesso imprescindibile fra la lingua italiana e la realtà tecnica, scientifica e produttiva che in questa lingua può essere espressa e quindi divulgata nel Paese. Nencioni intravedeva già nei primi anni Novanta del secolo scorso il problema del ricorso all’inglese nella terminologia tecnica e scientifica. La valutazione del problema del forestierismo veniva inquadrata da Giovanni Nencioni già nella relazione di apertura ai lavori del “Seminario internazionale di studi sul lessico”, che si tenne a Forlì nel 1992: «Poiché la lingua è il fondamentale mezzo di comunicazione sociale e di elaborazione mentale, ma la molteplicità dei linguaggi è di grave ostacolo alla immediatezza e sicurezza sia del comunicare che dell’elaborare, s’impone (…) la necessità di procedere di conserva, con lessici unificati per ogni settore dell’esperienza», auspicava Nencioni (1994: 17).
Una lingua è una ricchezza sociale, umana, culturale, ma anche economica per un Paese. Le istanze di trasparenza e di sicurezza nella comunicazione tecnica e scientifica hanno consentito di non limitare il problema della terminologia alla semplice opposizione tra monolinguismo (inglese) e plurilinguismo tecnologico, per sostenere un’informazione scientifica e tecnica in lingua italiana mediante la valorizzazione della terminologia dei linguaggi speciali o settoriali.
La cura per la propria lingua è preoccupazione in quanto fattore di coesione sociale, e tutela della diversità culturale e linguistica. L'attenzione all’adeguatezza terminologica è segno di una più o meno dichiarata politica linguistica: la chiarezza e la precisione della denominazione corrisponde alla necessità di definire e univocamente denominare nuove realtà commerciali, produttive, sociali, proprie di una società nella sua crescita e nel suo divenire. Per un professionista, è chiaro il rapporto fra la nomenclatura e l’oggetto, che viene battezzato con il nome che lo rende designabile e conseguentemente anche divulgabile o perfino commerciabile, per passare a costituire una serie di derivati concettuali, di iponimi e iperonimi, di analoghi e sinonimi, che restano nel tempo, o che modificano nel tempo la propria etichetta di riconoscimento nel dominio stesso.
Concludendo, ritorniamo ancora su un altro passo di Nencioni, sempre dal testo del 1987 (13):
Certo, una lingua naturale potrà divenire, per circostanze storiche, veicolo, ad altri popoli, di superiori valori intellettuali; ma in quella nobile funzione perderà gran parte dei suoi valori connotativi, della sua natura, insomma, di lingua naturale. Riconoscendo questo, vedremo chiaramente che la nostra vera e sola lingua, quella che realizza l'identità di noi individui e del nostro ethnos, è la lingua detta più o meno propriamente “materna”, avvalorata da una scuola saggiamente tradizionale. Quel prezioso peculio segnico, intraducibile in altre lingue, voce e sigillo della nostra persona, è il bene che noi dobbiamo alimentare e proteggere, col solo mezzo efficace di cui disponiamo: prendendone e facendone prender coscienza.
L’accuratezza terminologica porta l’attenzione al corretto rapporto fra il termine e la sua definizione: il caso di ecopelle, diffusa nell’uso comune con il senso improprio di ‘similpelle’, ha evidenziato le difficoltà nel poter recuperare il senso proprio una volta che quello improprio si è diffuso nell’uso comune. Tuttavia, la sensibilizzazione data al tema ha portato al reinquadramento delle definizione propria nei principali dizionari della lingua italiana, fino alla norma UNI 11427:2011: la pelle ecologica nelle sue varie accezioni (ecopelle, ecocuoio, pelle a ridotto impatto ambientale, eco-leather e similari) è la pelle conciata secondo le migliori pratiche di impatto ambientale, fissate da norme tecniche settoriali e volontarie.
Se la conoscenza del valore della terminologia costituisce tradizione di formazione per il traduttore e il linguista, non altrettanto consapevole è la sua rilevanza in ogni ambito sociale e professionale, umanistico, scientifico e tecnologico in cui la terminologia prende origine, vive e si diffonde. Poter contribuire a diffondere consapevolezza, passione per il rigore e la precisione nell’uso della terminologia restano gli obiettivi primari dell’Associazione Italiana per la Terminologia che, grazie al contributo attivo dei soci – professori e ricercatori universitari, dottorandi di ricerca, membri di centri di ricerca nazionali, traduttori, docenti di scuola, liberi professionisti –, continua a svolgere con continuità mirate azioni di formazione, diffusione e sensibilizzazione delle conoscenze in ambito terminologico.
Bibliografia
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