n° 31 - Terminologie e comunicazione istituzionale, tra multilinguismo e traduzione

Breve nota per i lettori

Micaela Rossi


Questo fascicolo della rivista Publif@rum raccoglie i contributi del IV e V Convegno del Ce.R.Te.M. (Centro di Ricerca in Terminologia Multilingue), che si sono svolti a Genova il 20 ottobre 2017 e l’11 ottobre 2018. Come già per i precedenti convegni del Ce.R.Te.M. (La lingua italiana in Europa – 2014, Multilinguismo e lingua franca nell’UE – 2015, L’italiano come lingua utilitaria nell’UE – 2016), la tematica che accomuna i contributi è legata alle dinamiche discorsive del multilinguismo all’interno della comunicazione istituzionale in ambito internazionale.

Il tema prescelto nel 2017, L’italiano come “lingua utilitaria” nell’ambito dell’economia e della finanza, così come quello selezionato nel 2018, La neologia nello spazio linguistico europeo – la ricezione degli anglicismi nel linguaggio economico e istituzionale, permettono di concentrare l’attenzione sulla funzione della lingua italiana in un dominio, quello economico e finanziario, nel quale la spinta sempre più forte della mondializzazione e la mediatizzazione sempre più evidente dei discorsi specialistici tende a provocare un’uniformazione di termini e concetti supportati dall’utilizzo di una lingua inglese sempre più “globale”. Su questo aspetto, e sulle implicazioni che il recente processo della Brexit potrà provocare nella comunicazione istituzionale nell’ambito dell’Unione Europea, si sofferma con il suo contributo Edoardo Pusillo, mettendo l’accento sui rapporti di forze simbolici, politici ed economici che la comunicazione multilingue ricopre a livello sovranazionale.

La presenza sempre più importante di anglismi ad alta circolazione nella stampa rivolta al vasto pubblico e nelle comunicazioni istituzionali (per citare solo alcuni dei termini di cui si fa menzione nei saggi contenuti in questo fascicolo: hedge funds, bail in, fiscal compact) richiede sempre più uno sforzo di trasparenza, perché il messaggio sia il più possibile chiaro e accessibile, dall’istituzione verso i cittadini europei. In questo contesto, il ruolo dei linguisti, dei traduttori, dei terminologi è fondamentale, travalica la dimensione puramente speculativa della ricerca teorica e offre gli strumenti, linguistici e testuali, per suggerire alle istituzioni nuove strategie di comunicazione. Il contributo di Daniela Massabò ben illustra quanto il traduttore in ambito europeo abbia una responsabilità etica e civile nella pratica della mediazione dei concetti e nella trasmissione delle conoscenze al grande pubblico. Similarmente, il contributo di Laura Tafani permette di approfondire la riflessione sulle regole di redazione dei testi normativi e della comunicazione istituzionale, sulla necessità di trasparenza e comprensibilità dei testi giuridici e sulle responsabilità del legislatore nella divulgazione dei concetti che interessano la vita di tutti. Il testo di Roberto Del Lucchese illustra infine nel dettaglio e con precisione con un esempio specifico (la traduzione di un lodo arbitrale) quale possa essere la difficoltà di trasporre il testo giuridico in prospettiva interlinguistica.

Altro asse fondamentale degli interventi contenuti in questo fascicolo è la riflessione sul rapporto complesso e sull’equilibrio delicato che esiste tra denominazione e concetto, e sul potere orientativo che la denominazione può avere nella percezione e nella comunicazione dei concetti specialistici, equilibrio che può diventare ancora più fragile nel processo di trasferimento da una lingua ad altre. Il contributo di Danio Maldussi sulla traduzione del termine hedge funds permette di approfondire attraverso una fine analisi documentale quello che è il processo di genesi di un termine specialistico e quali sono le sfide che si pongono nella trasposizione interlinguistica dei termini metaforici – in questo caso, la selezione di fondi speculativi è segno di un cambiamento radicale del punto di vista sull’oggetto, cambiamento che non può non avere ripercussioni sulla percezione del concetto da parte del destinatario del messaggio.

Le implicazioni comunicative e l’influenza che possono avere le metafore nella comunicazione al cittadino è ugualmente al centro delle ricerche di Eleonora Giglio, che si orienta sull’analisi delle espressioni metaforiche collegate ai fluidi nella comunicazione mediatica intorno ai fenomeni della migrazione; la possibilità di orientare l’opinione pubblica attraverso metafore più o meno valorizzanti o inquietanti (un’inondazione, uno tsunami di migranti…) riporta l’attenzione sulla responsabilità etica e civile della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa nella narrazione dell’attualità destinata al grande pubblico.

Chiude il fascicolo l’intervento di Anastasia Di Nunzio, dedicato alla comparazione interlinguistica tra italiano e tedesco in un ambito terminologico, quello della cardiologia, che ancora una volta ci riporta alla comunicazione al cittadino, in questo caso nella possibile configurazione medico-paziente.

Si evince da tutti i contributi inseriti in questo fascicolo, pur nella loro varietà, una tematica di fondo, che sempre è stata al centro delle preoccupazioni del Ce.R.Te.M., giunto ormai al quindicesimo anno di età: la necessità di studiare le terminologie specialistiche come prodotti sociali, fenomeni intrinsecamente legati alla cultura di produzione, punti di osservazione privilegiati per indagare le posture enunciative di un gruppo sociale, di una comunità di parlanti. Lungi dall’essere mere analisi di corrispondenze interlinguistiche, gli studi terminologici sono allora specchio dei discorsi e delle dinamiche politiche, economiche e collettive di un dato momento storico e culturale, e ci offrono un prisma di analisi che può e deve contribuire ad una ricerca in linguistica che abbia una funzione sempre più consapevole di impegno sociale.

Questo fascicolo è dedicato a Daniela Massabò, traduttrice, collega e amica del Ce.R.Te.M., prematuramente scomparsa nel novembre 2019.


 

Dipartimento di Lingue e Culture Moderne - Università di Genova
Open Access Journal - ISSN électronique 1824-7482