Ricordo di Giovanni Adamo
Ringrazio l’Università di Genova e il CERTEM, centro di ricerca in terminologia multilingue per avermi dato la possibilità di aprire la quinta edizione del Congresso internazionale CINEO di neologia in lingue romanze con un ricordo di Giovanni Adamo. Un ringraziamento particolarmente sentito va a Micaela Rossi, che mi ha rivolto l’invito, e aggiungo subito che accettando di essere qui oggi, in questa città, mi è sembrato di mantenere una promessa fatta a Giovanni (per tutti noi, Gianni) quando venimmo insieme a Genova nel 2009 per il convegno ASSITERM. In quell’occasione non avevamo avuto il tempo di visitare insieme la città, ma avevo promesso a Giovanni di tornare insieme qui, in questa città che mi è molto cara, perché qui ho vissuto e frequentato il ginnasio al Liceo Doria: gli avevo promesso che lo avrei accompagnato come guida per fargli conoscere meglio strade, piazze, palazzi di questa stupenda città.
Purtroppo non ho potuto mantenere quella promessa, ma voglio ricordare oggi qui, a Genova, con affetto e gratitudine, l’amico e il collega. Sono molto grata anche a Maria Teresa Zanola e a Claudio Grimaldi, presidente dell’ASSITERM, per il ricordo di Giovanni Adamo organizzato in occasione del convegno ASSITERM a Verona nel 2021, a poca distanza dalla sua morte. Approfitto di questa occasione per ringraziare anche John Humbley, che generosamente ha ospitato nella rivista Neologica (Della Valle 2022: 11-13) una prima commemorazione di Giovanni Adamo e dei suoi studi sulla neologia. Mi ha colpito molto che il primo ricordo pubblicato su Giovanni sia apparso in una prestigiosa rivista in lingua francese, a testimonianza della sua notorietà internazionale come studioso.
Tutti quelli che hanno conosciuto Giovanni Adamo ricorderanno alcuni aspetti della sua personalità e del suo carattere: il suo essere schivo, il non voler apparire, la lealtà nei rapporti di lavoro, il suo sottrarsi a incarichi istituzionali per cederli a chi gli sembrava più meritevole. E, insieme, la sua dedizione assoluta e totale allo studio e alla ricerca, la sua intransigenza sul piano della correttezza e dell’onestà intellettuale. A questo proposito, vorrei ricordare brevemente, soprattutto a chi non lo ha conosciuto, le tappe più importanti del suo percorso.
Giovanni si era laureato alla Sapienza Università di Roma con una tesi dal titolo Analisi lessicografica dei testi di cultura mediante calcolatore. Ricerche e metodi (relatori Vittorio Somenzi e Tullio Gregory). Agli inizi degli anni Ottanta la sua attività si concentrò sull’informatica umanistica, con la partecipazione al gruppo di ricerca interdisciplinare Informatica e Discipline umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma, coordinato da Tito Orlandi, con una particolare attenzione ai problemi di codifica e di trattamento dei testi. La bibliografia che testimonia il suo impegno è vastissima: non citerò qui tutti i volumi dedicati alla ricerca in questo settore, ma vorrei almeno ricordare le due voci da lui firmate nell’Enciclopedia Treccani: informatica umanistica (Adamo 2000: 917-919), dedicata a padre Roberto Busa e neologismo (Adamo 2015: 203-204).
Il 24 giugno 1991 ci fu una svolta nelle ricerche e nell’attività di Gianni Adamo: il nuovo corso dei suoi interessi prese il via a partire dal dibattito che ebbe luogo a Roma sotto l’egida dell’Unione Latina, nell’Aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio, in occasione dell’ “Incontro per la creazione di un’associazione di informazione sulla terminologia in Italia”. A quell’incontro partecipò, con altri studiosi e lessicografi interessati, Giovanni Nencioni, allora presidente dell’Accademia della Crusca, che pochi mesi dopo assunse per primo la presidenza della neonata Associazione italiana per la terminologia, l’ASSITERM. Dalla fondazione, il 19 novembre 1991, fino al 22 giugno 1995, Giovanni Adamo è stato Segretario generale dell’ASSITERM, per diventarne poi presidente dal 26 marzo 1999 all’11 giugno del 2004 e, successivamente, membro del Consiglio scientifico, fino alla scomparsa.
Da quel momento, incoraggiato da Giovanni Nencioni, col quale aveva stabilito un rapporto di filiale e devota amicizia, Giovanni rivolse i suoi interessi e le sue energie verso lo studio della terminologia e poi dei neologismi. Del resto proprio Nencioni, nel 1987, aveva pubblicato il famoso saggio Verso una nuova lessicografia (Nencioni 1987: 133-150), in cui si delineava per la prima volta il quadro dei nuovi orientamenti della prassi lessicografica, che aveva portato all’affermarsi della lessicologia come disciplina autonoma e all’individuazione e alla valorizzazione della banca dati “aperta e dinamica”, cioè lo strumento nuovo che sarebbe stato capace di superare i limiti dell’ordine alfabetico attraverso una memoria elettronica aperta e interrogabile.
Dal 2001, forte di queste basi concettuali, e con l’incoraggiamento di Tullio Gregory (al quale rimase legato da un sentimento di devozione fino alla morte di quello che chiamò sempre “maestro”, nel 2019), Giovanni Adamo creò, coinvolgendomi nell’avventura, l’Osservatorio Neologico della lingua italiana, in sigla ONLI, progetto dell’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee del CNR, allora diretto da Tullio Gregory. Giovanni Adamo allestì una banca dati che fino al 2019 ha raccolto 15.600 schede di neoformazioni documentate attraverso 70.000 contesti, in parte ancora consultabile on line. A questo proposito mi fa piacere ricordare che quando il progetto diventò realtà Giovanni Nencioni scrisse da Firenze una lettera (datata 17 luglio 2002) a Giovanni Adamo, di cui ho conservato copia e dalla quale citerò solo qualche riga, anche per lo stile e il sapore letterario di quello scritto:
«Con la costruzione dell’Osservatorio neologico della lingua italiana, costruito audacemente e fondatamente vi siete proiettati oltre i lessici recentissimi, per tuffarvi nell’inquietissimo mare degli avamposti neologici, oltre la linea dove gli anziani come me non sentono più una lingua ma giochi oracolari». E poi continuava: «Non so come dire la mia sorpresa e commozione a vedermi citato così largamente, generosamente e proemialmente, quale un antesignano della vostra impresa. Ma la differenza è questa: che gli auspici di un antesignano quasi verba volant, mentre voi avete formulato sicuri criteri per distinguere le vere creazioni lessicali dai giochi giornalistici, dando illuminanti orientamenti alla ricerca di un fenomeno inquietante».Vorrei precisare che Nencioni, col suo garbo e la sua proverbiale eleganza, si rivolgeva a Giovanni e a me, ma il progetto e la sua attuazione erano il frutto delle idee, della volontà e dell’impegno dell’amico e collega.
Non farò qui l’elenco degli scritti di Gianni Adamo, che è facilmente consultabile nel suo curriculum nel sito CNR. Preferisco, invece, continuare la ricostruzione della sua attività ricordandolo non attraverso i titoli delle sue pubblicazioni, ma attraverso il ricordo delle sue amicizie. Gianni, come dicevo e come molti di voi sanno, era schivo, ma aveva amicizie tenaci e forti, e con persone di grande qualità: ho citato Giovanni Nencioni e Tullio Gregory, ma devo ricordare anche Bernard Quemada, lo studioso francese che ha introdotto il concetto di “néologie raisonnée”: non a caso l’articolo di Quemada (Quemada 2003: 7-18) nel volume Innovazione lessicale e terminologie specialistiche, che raccoglieva i contributi presentati al Convegno internazionale «Innovazione lessicale e terminologie specialistiche nella società del plurilinguismo», svolto a Roma nel 2002 presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, cominciava con queste parole
Quand mon ami Giovanni Adamo, qui connaît bien mes activités, m’à demandé de présenter la situation de la néologie et de la terminologie en France, il s’adressait plutôt à celui qui a participé durablement à l’orientation de la politique de la langue nationale qu’au linguiste lexicographe.
Citando i contatti e gli scambi di Gianni Adamo con studiosi e studiose con i quali condivideva interessi e ricerche, devo naturalmente ricordare il rapporti con l’Osservatorio di Neologia dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona e l’amicizia con Teresa Cabré: consonanza e condivisione che li hanno uniti in convegni, incontri ed esperienze comuni, in un rapporto intenso tra le esperienze di ricerca a Barcellona e quelle di Roma, rapporto rinnovato e proseguito grazie alla collaborazione con Mercè Lorente Casafont, alla quale devo la possibilità di un altro mio ricordo di Gianni, tradotto in lingua catalana (Della Valle 2022: 68-71).
Altra amicizia importante, nata ai tempi del loro comune impegno nel gruppo fondato da Tito Orlandi, è stata quella con Paola Moscati, che a un anno dalla scomparsa dell’amico e collega gli ha dedicato alcune pagine della rivista da lei diretta, «Archeologia e calcolatori» (Della Valle-Moscati 2022: 7-12).
E non posso non citare l’amicizia di Giovanni con Tullio De Mauro. Lo faccio per ricordare che nel 2007 Giovanni conseguì il titolo di Doctor en Filología italiana presso l’Università Complutense di Madrid, discutendo la tesi dottorale La neología italiana en los periódicos: procesos de formación, recursos léxicos, nuevas tendencias, sotto la direzione del Prof. Dr. Manuel Gil Esteve, altro amico illustre, con Tullio De Mauro come membro esterno. E aggiungo che la sua presenza all’Università Complutense di Madrid è continuata come professore visitatore dal 1999 al 2010, con corsi e moduli per gli studenti, in collaborazione con la docente e fedele amica di una vita, Pilar Blanco.
Continuando a tracciare il ricordo delle amicizie di Giovanni Adamo, devo fare il nome di Manuel Alvarez Ezquerra: la sua morte nel 2020 era stata un grande dolore per Gianni, che lo considerava il suo fratello spagnolo, perché i loro interessi coincidevano scientificamente e umanamente.
Tra le amicizie linguistiche di Giovanni mi è particolarmente caro in questa occasione citare quella con Luca Serianni, scomparso recentemente (rinvio allo scritto di Riccardo Gualdo in questi Atti): lo faccio ricordando non solo le occasioni d’incontro di lavoro e le piacevoli occasioni conviviali, ma citando un articolo pubblicato da Serianni nel “Corriere della Sera” del 24 febbraio 2015. In quell’articolo, dedicato a considerazioni sul convegno a Firenze intitolato “La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi”, organizzato a Firenze dall’Accademia della Crusca, Luca Serianni scrisse:
è assai interessante notare come la percezione del neologismo si accompagni normalmente a un moto di fastidio o di diffidenza. Gianni Adamo ha messo insieme un’interessante antologia di “pareri, impressioni e giudizi espressi da giornalisti e opinionisti, attraverso le pagine dei quotidiani, sui neologismi che hanno letto o ascoltato”. Frequentemente il neologismo è accompagnato da un epiteto connotato negativamente, del quale può metter conto cogliere le motivazioni.Serianni citò in quell’occasione il contributo di Giovanni Adamo intitolato Parole nuove e italiano di domani. Sguardo sul lessico di una crisi globale (Adamo 2012:57-87).
Prima di concludere vorrei soffermarmi sull’ultima opera di Giovanni, destinata alla divulgazione: la scrisse con grande difficoltà, preoccupato di sottrarre tempo ai doveri familiari ai quali si era dedicato in modo assoluto, con totale dedizione, e purtroppo senza risparmiarsi. Ebbene, quel libro destinato ai lettori del Corriere della Sera (Adamo 2020), si apre con parole che trovo bellissime e anche di buon augurio per questo convegno. Le voglio leggere per intero:
È ancora molto viva e sentita l’usanza di esporre un fiocco, colorato di rosa o d’azzurro, che comunica la gioia per la nascita di una bambina o di un bambino. Si tratta di una tradizione antica, probabilmente di origine orientale, inizialmente caratterizzata da una funzione propiziatoria nei confronti dei neonati e successivamente passata a esprimere e festeggiare anche l’accoglienza della nuova creatura in famiglia e nella società. La stessa forma del fiocco rappresenta un valore simbolico importante: l’intreccio di due parti distinte che poi si uniscono, il legame tra due entità diverse che formano un unico essere, ovvero una nuova vita. Il fiocco annuncia, dunque, una nascita e, al tempo stesso, il benvenuto della comunità. Ma, accade lo stesso anche quando la lingua di una comunità – il modo con cui quella società si esprime e comunica – si arricchisce di nuovi elementi lessicali?». E più avanti riprendeva la similitudine, scrivendo: «Nei giorni immediatamente successivi alla nascita i genitori devono farsi carico di sbrigare alcune pratiche […] Oltre alla dichiarazione di nascita, è necessario che le autorità dello stato civile del luogo compilino l’atto di nascita, nel quale figurano il luogo, la data e l’ora della nascita […]. Per le nuove parole non è previsto seguire procedure così precise e dettagliate – perché risulterebbe impraticabile -, ma anche per loro è possibile identificare un momento che ufficializza l’ingresso nel patrimonio comune del lessico di una lingua, che si trova virtualmente rappresentato nei dizionari di quella lingua.
In un Congresso internazionale come quello che si apre oggi, dedicato alla neologia nelle lingue romanze, penso che questo sia il modo migliore non solo per ricordare Giovanni e la sua vita dedicata alla ricerca sui vari aspetti del lessico della lingua italiana, ma per trasmettere a chi continua e continuerà il lavoro sulla terminologia e sui neologismi il suo modo appassionato di fare ricerca. Continuare a farla con la stessa dedizione, con la stessa curiosità, con la stessa intransigenza, ma anche con lo stesso amore, sarà il modo migliore per proseguire l’opera dello studioso, del collega, dell’amico Gianni Adamo.
Bibliographie
Adamo G., «Informatica umanistica», in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Appendice 2000, Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma 2000, vol. I, A-LA, pp. 917-919.
Adamo G., «Parole nuove e italiano di domani. Sguardo sul lessico di una crisi globale», in Accademia della Crusca, Italia dei territori e Italia del futuro. Varietà e mutamento nello spazio linguistico italiano, Le Lettere, Firenze 2012, pp. 57-87.
Adamo G., «Neologismo», in: Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. IX Appendice, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2015, vol. II, J-Z, pp. 203-204.
Adamo G., «Parole nuove», in Le parole dell’italiano, a cura di G. Antonelli, in Le grandi collane del Corriere della Sera, n. 4 del 27. 01.2020.
Della Valle V., «Hommage à Giovanni Adamo», in Neologica, Classiques Garnier, Paris 2022, n° 16, pp. 11-13.
Della Valle V., «Giovanni Adamo en el record», in Terminàlia, 26, 2022, pp. 68-72.
Della Valle V., Moscati P., «Tra terminologia e lessicologia: un “ponte” informatico nel percorso scientifico di Giovanni Adamo», in Archeologia e calcolatori, 33.2, All’insegna del Giglio, Sesto Fiorentino 2022, pp. 7-12.
Nencioni G., «Verso una nuova lessicografia», in Studies in Honour of Roberto Busa S. J., a cura di A. Cappelli, L. Cignoni, C. Peters («Linguistica Computazionale», IV-V), Giardini, Pisa 1987, pp. 133-150.
Quemada B., «À propos de l’aménagement de la néologie et de la terminologie françaises», in Innovazione lessicale e terminologie specialistiche, a cura di G. Adamo e V. Della Valle, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2003, pp. 7-18.