L’io’ polifonico. Voci femminili nelle Liaisons Dangereuses

Autori

  • Carmelina Imbroscio Università di Bologna

Parole chiave:

Femme illustre, Liaisons Dangereuses

Abstract

Difficile scrivere ancora sulle Liaisons dangereuses, dopo che la critica degli ultimi decenni ha dedicato al romanzo fiumi d’inchiostro e che cinema e teatro ne hanno realizzato eccellenti adattamenti. La noirceur della spregiudicata coppia Merteuil/Valmont scandalizzava e affascinava già i contemporanei e la cinica Marquise intrigava Baudelaire, che la definiva Ève Satanique. Negli anni Cinquanta del Novecento – in tempi non sospetti, quando Laclos ancora per molti figurava tra gli scrittori del “second rayon”, anche se aveva già ricevuto l’attenzione ammirata di Gide, di Malraux e di Giraudoux - Roger Vailland recuperava e valorizzava la dimensione tutta intellettuale della strategia libertina della coppia: grande e tragico gioco seduttivo dalle dure regole, raffinato disegno di conquista, pratica predatoria sì, ma anche progetto formativo, sostenuto dall’etica del disinganno, che chiede disciplina e ferreo autocontrollo. Sappiamo che, costretti a misurarsi con deludenti «machines à plaisir», «espèces», o esseri «doucereux» e «à sentiment», i due meneurs de jeux finiranno per sfidarsi tra di loro in un corpo a corpo senza quartiere; l’esito – come è noto - sarà la reciproca messa a morte (reale quella di Valmont, metaforica quella della Merteuil) che trascinerà nella rovina anche gli sfortunati incappati nelle loro maglie.

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Pubblicato

2005-11-27