Mappe ʽaperteʼ nella narrativa speculativa di Douglas Coupland: dal centro al margine, dal dove al come, dall’io al noi

Autori

  • Laura Santini

Parole chiave:

Douglas Coupland, narrativa speculativa, città, spazi urbani, margine, nuovi media

Abstract

Contesa tra fatti, finzioni, geografie la narrativa speculativa di Douglas Coupland è un’indagine dei processi socio-storici e di costume legati a precise generazioni. Storia e geografia, diventano un linguaggio che permette la spazializzazione di comportamenti, problematiche e debolezze sociologiche di un’epoca. Traducendo in narrazioni dati demografici e scenari di crisi, sia economica che esistenziale, l’autore traccia un nuovo spazio ideale, una nuova forma di utopia, che non è tanto geografica, quanto umana e relazionale. Quando il singolo incontra il gruppo, ritrova l’opportunità di dire “noi” – we-narrative – di scrivere la storia/Storia, di immaginare località e panorami da cui ripartire. In questo saggio si offre un’analisi dei travestimenti geografici che Coupland sfrutta per porsi al di là dell’era post-fordista e della dual city abbracciando una visione dalla Googlesfera, più ampia e aperta. Se la Storia con la s maiuscola è inservibile principio per organizzare il nostro pensiero e la nostra cultura da quando è stata trasformata in «a press release, a marketing strategy, and a cynical campaign tool» (COUPLAND 1991: 151), allora è la capacità di narrare storie il punto zero. L’utopia da cui ripartire si gioca all’interno di gruppi che rifiutano l’omologazione in nome della forza dell’immaginazione. Sono le mappe carto-grafiche, fisiche e della mente la nuova frontiera, il modo per riposizionare la prospettiva da una visione storica o storicistica ad una aerea.

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Pubblicato

2020-05-28