Fanciulle ribelli nell’opera di Malika Mokeddem

Autori

  • Anna ZOPPELLARI

Parole chiave:

Malika Mokeddem, letteratura femminile, letteratura maghrebina, letteratura francofona, bambini e letteratura

Abstract

Nei romanzi di Malika Mokeddem, l’infanzia è l’archetipo di un’innocenza tradita. Il fanciullo, ma soprattutto la fanciulla, lottano da subito per la sopravvivenza, allo stesso modo di come l’adulto ha un rapporto difficile con la collettività. Il legame tra l’individuo e il gruppo è d’altra parte ambivalente: da una parte il singolo vive con sofferenza la propria differenza, ma la rivendica come uno spazio di libertà, dall’altra egli desidera recuperare la memoria collettiva, di cui si sente l’unico portatore in una società degradata. Attraversare i drammi individuali significa quindi paradossalmente risvegliare la speranza per il futuro di tutti. Per questa via, l’immagine dell’infanzia in Mokeddem ritrova la funzione simbolica che aveva nelle opere dei padri fondatori: giudicare il presente per ipotizzare il futuro. Tuttavia, nell’opera della scrittrice contemporanea, il fanciullo, o più precipuamente la fanciulla, è lo specchio di un atteggiamento mutato nei confronti del mondo e del ruolo della letteratura: non più prefigurazione di un mondo nuovo, ma denuncia dei limiti del mondo attuale, revisione di un percorso, voce da dare al silenzio.

Downloads

Pubblicato

2020-08-07