Le parole, l’amore, il filo spinato. Luandino Vieira a Tarrafal

Autori

  • Roberto Francavilla

DOI:

https://doi.org/10.15167/1824-7482/pbfrm2020.32.1878

Parole chiave:

Luandino Vieira, Tarrafal, Salazarismo, Colonialismo portoghese

Abstract

La guerra d’Indipendenza nelle colonie africane portoghesi, che aveva reso necessaria l’instaurazione dello stato di emergenza, scoppia nel 1961. Il regime prova a rallentare il corso della storia attraverso il controllo censorio e la violenza, ricorrendo all’apparato segreto della polizia politica (PIDE) e all’incarceramento dei dissidenti in campi concentrazionari come quello di Tarrafal, alle Isole di Capo Verde, dove il più importante scrittore della letteratura angolana, Luandino Vieira, redasse in maniera clandestina i racconti di Luuanda, il suo capolavoro. Nella prigionia matura la lezione di questa grande figura: nel coraggio e nella coerenza del suo cammino politico verso l’indipendenza politica e la costruzione della nazione, nello statuto della sua opera, nel progetto di una letteratura postcoloniale, svincolata da ogni processo imitativo nei confronti dell’egemonia coloniale e foriera di un discorso originale prodotto sulla traccia identitaria dell’angolanidade.

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Pubblicato

2020-05-04 — Aggiornato il 2022-03-18

Fascicolo

Sezione

Racconto, Esperienza, Denuncia: i mondi della prigione