Sažajte, i vyrastet di Andrej Rubanov: ritratto di un eroe degli Anni Novanta

Autori

  • Mario Alessandro Curletto

DOI:

https://doi.org/10.15167/1824-7482/pbfrm2020.32.1883

Parole chiave:

Andrej Rubanov, realismo, carcere, Russia, Anni Novanta

Abstract

La mattina del 15 agosto 1996 viene arrestato per riciclaggio di denaro sporco il ventisettenne Andrej Rubanov, comproprietario di un piccolo istituto bancario semiclandestino. Verrà rilasciato il 28 aprile 1999, dopo due anni, otto mesi e tredici giorni di detenzione. Privato del denaro, unico e supremo valore riconosciuto nella Russia el’ciniana, il detenuto Andrej Rubanov non può contare su nessun tipo di aiuto esterno. Nel suo costante sforzo di resistenza al carcere non trova neppure conforto nel mito del radioso avvenire da cui attingevano energie morali gli eroi sovietici e nulla, nel romanzo autobiografico, autorizza a pensare che possieda il dono della fede religiosa. Andrjucha l’Affarista (così viene ribattezzato dai detenuti) riesce a non farsi annientare dal carcere sostanzialmente grazie a doti personali quali ostinazione, autocontrollo e senso della propria dignità. Ed è così onesto da non millantare il minimo disagio interiore per il fatto di avere infranto la legge. Per questo avil personaggio Andrej Rubanov merita l’appellativo di eroe di un’epoca ostentatamente amorale come gli Anni Novanta della Russia.

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Pubblicato

2020-05-04 — Aggiornato il 2022-03-18

Fascicolo

Sezione

Racconto, Esperienza, Denuncia: i mondi della prigione