Due detenuti triestini nella Seconda Guerra Mondiale: Voghera e Piazza

Autori

  • Raniero Speelman

DOI:

https://doi.org/10.15167/1824-7482/pbfrm2020.32.1885

Parole chiave:

Giorgio Voghera, Bruno Piazza, prigione di Giaffa, Risiera di San Sabba, camere a gas di Auschwitz

Abstract

Si confrontano le prigionie di due ebrei triestini nella seconda guerra mondiale: Guido Voghera e Bruno Piazza. Il primo era riuscito a lasciare l'Italia prima dell'entrata in guerra dello stato fascista, stabilendosi in Palestina, allora sotto il controllo britannico. In quanto soggetto di uno stato nemico fu arrestato e detenuto nel carcere di Giaffa. Voghera descrisse nell'omonimo libro (Carcere di Giaffa, Pordenone 1985) la permanenza di non lunga durata di un gruppo misto di italiani in parte levantini, che si raccontano brevi novelle. Il libro viene paragonato con il Decameron, di cui riprende elementi interessanti.
Ben diversa la storia di Bruno Piazza, avvocato attivo nella resistenza anti-nazista e perciò rinchiuso nel lager triestino della Risiera di San Sabba ed di là portato ad Auschwitz. La sua testimonianza dei campi (Perché gli altri dimenticano, Milano 1956) impressiona per il tono staccato ed informativo che ha molto in comune col debutto di Primo Levi. Un episodio unico della testimonianza di Piazza sono le ore trascorse nella camera a gas da cui lo scrittore si salvò in quanto Häftling politico. Che il libro sia rimasto poco conosciuto è dovuto alla morte dello scrittore poco dopo il rientro a Trieste.

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Pubblicato

2020-05-04 — Aggiornato il 2022-03-18

Fascicolo

Sezione

Racconto, Esperienza, Denuncia: i mondi della prigione