Prigionie (in)visibili – l’arte di Samuel Beckett e la Storia

Autori

  • Yosuke Taki

DOI:

https://doi.org/10.15167/1824-7482/pbfrm2020.32.1888

Parole chiave:

Samuel Beckett, Prigione, Teatro, Aspettando Godot, Biopotere, Michel Foucault

Abstract

Due fatti storici illuminano alcuni aspetti finora poco esplorati delle opere di Samuel Beckett. Uno riguarda il fatto che i primi a comprendere profondamente Aspettando Godot senza incontrare difficoltà alcuna siano stati dei detenuti in carcere. Il secondo riguarda un radicale cambiamento dell’approccio verso il teatro di Beckett riscontrabile dopo la sua morte. Due fatti apparentemente scollegati rivelano un legame strettissimo tra le opere beckettiane e le prigionie, visibili e invisibili. Entrambi sono frutto della Tecnica del potere della Modernità (biopotere) che cerca di addomesticare, addestrare e controllare, in altre parole, di imprigionare la Vita.

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Pubblicato

2020-05-04 — Aggiornato il 2022-03-18

Fascicolo

Sezione

Racconto, Esperienza, Denuncia: i mondi della prigione