Spazi cadenzati: dal Tout-Monde al Désir-Monde in Patrick Chamoiseau
Keywords:
Tout-Monde, Désir-Monde, Patrick Chamoiseau, studioAbstract
Sensibile alle scelte urbanistiche e alla loro presenza nell’organizzazione – anche delle pagine – di Texaco, Patrick Chamoiseau esplora l’Habitation de L’Esclave vieil homme et le molosse e il cachot d’Un dimanche au cachot, proponendo la cadence come marqueur romanzesco. Questo studio mira ad analizzare i diversi tipi di luoghi presenti in questi due testi costruiti ad eco con il sostegno di pagine, vegetali, minerali, animali – i cris creoli – e ad interrogare la nozione di spazio che ne deriva. Già in Texaco, la conquista dello spazio dell’En-ville (Fort-de-France) era scandita, piegando il tempo alle potenzialità della precarietà, attraverso il passaggio dal vegetale al minerale; ogni epoca corrispondeva ad un materiale (temps de carnet et d’ajoupas, temps de paille, temps de bois-caisse, temps de fibrociment, temps béton). In questo modo, lungi dal condividere il progetto di distruzione di un mondo carico di memorie paradossalmente «impalpabili», Chamoiseau si proponeva, attraverso la testimonianza di Marie-Sophie Laborieux, come il vero architetto della città, condividendo le posizioni dell’urbanista Christian de Portzamparc sulla necessità contemporanea di tener conto della realtà esistente nell’attività di creazione. Di qui la conferma del ruolo d’artista dell’architetto alle prese con specificità e non con utopie generalizzanti.