Essere albero e diventare albero: vite in divenire
DOI :
https://doi.org/10.15167/1824-7482/pbfrm2024.1.2451Mots-clés :
World literature in English, alberi, plant-thinking, divenire alberoRésumé
Il presente contributo si avvale di un pensiero di fondo debitore al filosofo Michael Marder e al suo Plant-Thinking (2013), così come della lettura del bellissimo romanzo The Overstory (Powers 2019) e dell’incontro che si è generato con le riflessioni del biologo Stefano Mancuso (2020). Pensare-vegetale significa sia pensare e com-prendere gli alberi e le piante con occhi e mente diversi, sia pensare come e con alberi e piate. Questo pensiero antimetafisico, o pensiero-vegetale, ci obbliga al dialogo, allo sguardo reciproco (Zabala 2013), al ri-conoscimento di alberi e piante, ma ci pone anche di fronte a un inevitabile divenire bio-logico. Sia l’essere albero, sia il divenire albero dell’umano sono forme di “becoming”, un continuo “shape-shifting”. Il contributo spazia quindi tra narrazioni della world literature in cui gli alberi sono senzienti (Vaillant 2005), (Shafak 2022), (Antoon 2023), narrazioni in cui l’identificazione con l’albero è programmaticamente legata a rivendicazioni di genere come in Sumana Roy (How I became a Tree, 2021) e Kang Han (The Vegetarian, 2015), ma si avvale anche delle opere di artisti e scrittori italo-canadesi, quali Nino Famà con il suo Don Gaudenzio (1996). Il mondo vegetale e degli alberi è fondato sulla “democrazia vegetale”, un principio che tiene conto della molteplicità collettiva e della convivialità e della condivisione, contro ogni agro-capitalismo-scientista, mentre, il divenire-albero degli umani è un avvicinamento progressivo al mondo vegetale, democratico, collettivista, ma soprattutto in perenne divenire.
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